Orme, buchi e tracce di pneumatici. Sono i segni della presenza umana sulla Luna. Un satellite speciale li ha fotografati a quarant'anni di distanza e ora gli scatti sono disponibili sul sito della Nasa. Si tratta, in particolare, dei luoghi dove sono atterrate e si sono mosse le missioni dei programmi Apollo (dal 1969 al 1972).
Chissà come reagiranno i teorici del complotto, quello per cui in realtà l’uomo non sarebbe mai sbarcato sulla Luna? Certo le immagini che ci propone il Lunar Recoinassance Orbiter, la sonda della NASA che sta studiando approfonditamente il nostro satellite, almeno per la missione Apollo 14, sembrano definitivamente spazzare via le ipotesi complottiste, rilevatesi dure da estirpare nonostante i tanti dati scientifici e materiale lunare riportato a terra dalle missioni Apollo. La sonda LRO è stata capace di catturare l’immagine più nitida mai ripresa dallo spazio dei punti di sbarco dell’Apollo 12, 14 e 17, mettendo in evidenza le tracce che gli astronauti hanno lasciato esplorando il suolo lunare. Presso il sito dell’Apollo 17, le tracce del rover lunare sono chiaramente visibili e mostrano anche dove gli astronauti hanno collocato alcuni degli strumenti scientifici che hanno permesso le prime valutazioni dell’ambiente lunare.
“Siamo ora in grado di ripercorrere i passi degli astronauti con maggiore chiarezza e vedere dove hanno raccolto campioni lunari”, ha detto Noah Petro, un geologo lunare della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, membro del team scientifico del progetto LRO.
Tutti e tre le immagini catturate da LRO mostrano distinte le tracce lasciate sul terreno dagli astronauti quando, usciti dai moduli lunari, hanno continuato l’esplorazione a piedi. Nell’immagine relativa alla missione dell’Apollo 17, i sentieri a piedi, tra cui l’ultimo percorso effettuato sulla luna dagli esseri umani, sono facilmente distinguibili dalle tracce lasciate dai due rover lunare, che rimane parcheggiato a est del lander.
“Il nuovo volo a bassa quota con la Narrow Angle Camera ha permesso di affinare la nostra visione della superficie della luna”, ha detto Mark Robinson, dell’ Arizona State University, responsabile scientifico per il Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC). ”Un grande esempio è dato dalla nitidezza delle tracce del rover sul sito Apollo 17. Nelle immagini precedenti le tracce rover erano già visibili, ma ora appaiono come linee parallele taglienti sulla superficie.”
La migliore risoluzione delle immagini è stata resa possibile per le rettifiche effettuate sull’orbita di LRO, che è stata resa più ellittica: “Senza cambiare l’altitudine media, abbiamo reso l’orbita più ellittica, quindi la parte più bassa l’orbita si trova ora sul lato soleggiato della luna “, ha detto John Keller, del Goddard Institute della NASA e vice responsabile del progetto scientifico LRO. ”Questo ha messo la sonda Lunar Recoinassance Orbiter in una posizione perfetta per prendere queste nuove immagini della superficie.”
La rettifica dell’orbita ha infatti abbassato LRO dalla sua quota abituale di circa 50 chilometri, ad una di 21 chilometri, mentre sorvolava la superficie della luna. La navicella è rimasta in questa orbita per 28 giorni, tempo sufficiente per la luna di ruotare completamente. Questo permette una copertura completa della superficie con la Wide Angle Camera di LRO.
“Queste immagini – ha dichiarato Jim Green, direttore del Planetary Science Division della NASA – ci ricordano la fantastica storia della missione Apollo e ci invitano a proseguire nell’esplorazione del nostro sistema solare”.