Se la Terra fosse un pallone da calcio, ne avremmo scalfito solo la vernice: 0,2 mm. Ecco perchè le perforazioni continuano.

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Seimilatrecentro chilometri. E' circa questo il raggio della Terra. Un pianeta di piccole dimensioni se confrontato con giganti del nostro sistema solare come Giove e Saturno, ma il suo interno, tutt'oggi è ancora in gran parte un mistero.


Verso il mantello!

Le più profonde perforazioni condotte fino ad ora, sono solo riuscite a scalfire la superficie, perforando al massimo ad una profondità di poco più di 12 km nella Penisola di Kola (nel Nord della Russia). Altri pozzi hanno ragggiunto i 10 km, ma al momento la corsa alle perforazioni è stata sospesa a causa delle difficoltà tecniche che appaiono insuperabili. Eppure 12 km su 6.300 sono soltanto chilometro più chilometro meno, circa lo 0,2% della sistanza che ci separa dal centro della Terra.

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Più grande del cratere di un meteorite: così appare il buco più profondo mai scavato dagli esseri umani. Si trova a Kola, in Russia, e supera i 12 chilometri.

I tentativi comunque continuano, anche se per altri scopi e a minori profondità. Il Giappone, ad esempio, sta tentando di perforare la crosta terrestre per portare alla luce campioni di mantello (lo strato successivo, subito dopo la crosta) per poterlo analizzare e verificarne le ipotesi proposte dai geologi sulle sue caratteristiche. La stessa ricerca nipponica, si propone di accertare fin dove la vità può spingersi in profondità, dopo che in alcune miniere del Sudafrica sono stati scoperti organismi viventi a oltre 4.000 sotto la superficie terrestre.

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Conoscere i segreti attraverso i quali riescono a resistere a temperature e pressioni elevatissimi potrebbe portare in futuro alla produzioni di composti innovativi nel mondo delle biotecnologie. Queste perforazioni saranno effettuate per mezzo della nave oceanica Chikyu, costruita proprio per perforare la crosta marina. Per il momento sta lavorando in prossimità del Giappone per chiarire le cause del terremoto avvenuto nel marzo 2011.


Microterremoti...indotti

Per sapere che cosa accade ad oltre i 15-20 km di profondità si preferisce inseguire le onde sismiche (prodotte dai terremoti naturali o da esplosioni controllate), che sono deviate, rallentate o accellerate a seconda della composizione degli strati che si trovano ad attraversare. Putroppo però con questa metodologia si ottengono risultanti molto generali. Infatti a profondità di 30-40 km, ad esempio, si ipotizza che in alcune aree del pianeta si trovino rocce contenenti grandi quantità di gas (metano) prodottosi attraverso reazioni chimiche inorganiche. Se così fosse le riserve di tale combustibile potrebbero soddisfare le esigenze dell'umanità per secoli. Al momento, però, la localizzazione è molto imprecisa.

 

Calore inesauribile

Se mai un giorno si dovesse trovare il metodo per arrivare in prossimità del centro del pianeta, l'energia che si potrebbe ricavare dal calore del nucleo, dove le temperature superano anche i 5.000 °C, darebbe all'umanità una fonte energetica inesauribile, almeno finchè il pianeta rimarrà "vivo", ossia per diversi miliardi di anni.


Spunti:rivista n° 239 di Focus ( settembre 2012 dossier "Cosa resta da scoprire?"sezione "Andiamo in buca")

Autore del'articolo: Luigi Bignami         Immagine di testata (clicca qui)  immagine (clicca qui) 2° immagine (clicca qui)


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