Siamo cialtroni, inaffidabili, inattendibili, spreconi, devastatori, autolesionisti, egoisti. Dunque, meritiamo di essere distrutti per proteggere altre civiltà. Queste sono le parole di Goldman, uno scienziato che lavora per la NASA, che vede come unica soluzione lo sterminio della popolazione da parte di civiltà aliene per salvare il "nostro" pianeta.

Legato alla Nasa, Shawn Domagal-Goldman, con un gruppo di suoi colleghi della Pennsylvania State University. Ne ha parlato il sito on line del Guardian (il link dell'articolo è questo), facendo riferimento a uno studio molto ampio intitolato "Il contatto con gli extraterrestri sarebbe vantaggioso o dannoso? Analisi di uno scenario"; è davvero interessante e merita di essere letto con attenzione (è in inglese, però). Lo studio è molto ramificato e considera una serie di ipotesi. La prima, ad esempio, prevede che si riesce a instaurare una relazione per noi vantaggiosa, presumendo che la nostra civiltà sia inferiore a quella dei fratelli del cosmo: il contatto faciliterebbe dunque la soluzione di gravi problemi, dall'inquinamento, alla fame, alla povertà, alle malattie.

Un secondo scenario definisce la tesi del "pasto alieno": arriveranno per mangiarci, per ridurci in schiavitù e per "cannibalizzare" pezzi del nostro corpo. Una terza propone l'ipotesi che l'Uomo alla fine riesca comunque a sopravvivere a un attacco, magari aiutato da razze rivali di quelle che desiderano sottometterci: in tal caso, avendo acquisito esperienza e tecnologia dalla lotta vinta, ci sarebbero dei vantaggi da travasare nelle attività di ogni giorno.

Ma c'è anche, dicevo, la prospettiva peggiore: se gli alieni sono superiori per mezzi, intelletto e possibilità operative, e se sono vagamente "ecologisti", ecco che non sfuggirebbe loro quanto di male hanno combinato questi esseri a due zampe che si credono convinti di essere molto bravi. Uno dei termometri per valutare lo scempio che stiamo riservando alla Natura, e al Pianeta Terra, sarebbe l'effetto serra.

Quindi, posto che la nostra è una civilità in evoluzione rapida, e che i danni, prima o poi, potrebbero raggiungere una sorta di "ecosistema cosmico", ecco che diventerebbe necessario intervenire: zac (o "zot", nel senso di una bella fulminata con un'arma che ci sistema in pochi istanti) e arrivederci a tutti. "Spazzarci via sarebbe il modo migliore per salvare la Terra ed evitare che i disastri si estendano su una scala più ampia, contaminando altre civiltà" afferma Domagal-Goldman assieme alla sua équipe di Penn State.

E' interessante pure un'altra riflessione: anche se non ci fosse ancora stato un contatto (pare di capire che la loro tesi sia questa), non c'è alcun motivo per non credere che non possa verificarsi, sollecitato appunto da certi comportamenti dell'uomo.

Quindi: se non vogliamo beccargli gli alieni cattivi, invertiamo rotta e righiamo diritto.


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