La favolosa "pietra del Sole" che, secondo le saghe norvegesi avrebbe permesso ai marinai vichinghi di orientarsi anche nelle giornate nuvolose, non è solo una leggenda. Lo affermano dei ricercatori che hanno dimostrato la sua efficacia.

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I Vichinghi, come è noto, popolarono Islanda e Groenlandia e raggiunsero l’America ben prima di Cristoforo Colombo.

Conoscenze vichinghe

Ma come facevano a orientarsi ?, visto che non risulta che nell’epoca dei loro grandi viaggi, intorno all’anno 1000, la bussola fosse stata inventata e neppure che usassero strumenti, assai diffusi nel Mediterraneo, quali gli astrolabi? Avevano i loro espedienti: per esempio, si narra di un navigatore che portava con sé una gabbia di corvi e che lasciava andare per osservarne il comportamento. Se volavano in tondo attorno alla nave e vi si posavano: “no terra!”. Se invece puntavano verso un direzione precisa: “terra!”.

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Un altro modo per scegliere la rotta era ovviamente l’uso delle stelle ma il cielo, sopra ai mari che navigavano i “Vikings”, era spesso coperto; inoltre, le notti in estate, stagione nella quale viaggiavano duravano poco o nulla alle alte latitudini (vedi Sole di mezzanotte). E per il Sole si presentava un problema identico di copertura nuvolosa.

Oltre alle loro grandi conoscenze astronomiche e marittime, avrebbero utilizzato le "pietre del Sole", guardandole in modo tale da rilevare l'esatta posizione della stella, invisibile ad occhio nudo, in modo da poter conoscere la direzione della loro nave.

Le leggende che ne fanno menzione, tuttavia, non danno alcuna indicazione sulla natura di queste pietre leggendarie, nessuna delle quali è mai stata formalmente identificata nei reperti archeologici.

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Un cristallo con delle proprietà particolari?

Secondo Ropars Guy, ricercatore presso il Laboratorio di Fisica Laser dell'Università di Rennes-1, la "pietra del Sole" non è altro che "uno spato d'Islanda", un cristallo di calcite trasparente relativamente comune in Scandinavia e che viene ancora utilizzato in alcuni strumenti ottici.

Questo cristallo ha infatti la proprietà di "depolarizzare" la luce del Sole, vale a dire di filtrarla in modo diverso a seconda di come viene orientata la pietra.

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In pratica, se si guarda la luce attraverso il cristallo, questo produce due "fasci" diversi, l’uno "ordinario" e l'altro "depolarizzato". Guy Ropars e il suo collega Albert Le Floch, affermano: "Quando si gira il cristallo su se stesso per ottenere una posizione, se l'intensità delle due immagini sono rigorosamente uguali, allora il cristallo dice esattamente qual è la direzione del Sole.”

I raggi del sole che ci arrivano sono in effetti parzialmente "polarizzati", cioè orientati in un senso specifico.

"Quando si guarda il cielo allo zenith, la luce del sole, che inizialmente non è polarizzata, cade sulle molecole dell'atmosfera. Queste molecole si comportano come piccoli ripetitori che portano al nostro occhio soltanto una vibrazione orizzontale, perpendicolare alla posizione del Sole “.

Un cristallo di calcite è stato trovato a bordo di un relitto britannico del XVI secolo scoperto al largo dell'isola britannica di Anderley. Una stranezza inutile dato che la bussola era nota ai navigatori europei già dal XIII esimo secolo.

Studi e richerche

Alcuni scienziati l’hanno identificata con un tipo di calcite (o spato) molto trasparente e che si può trovare in Islanda. La “pietra solare”, ci informano gli esperti, emette, riflette, trasmette la luce; e i fisici moderni spiegano che la calcite islandese separa i raggi solari che la attraversano. Anche altri materiali lo fanno ma non in maniera così spiccata o se lo fanno non sono così comuni in Islanda e, in generale, in Scandinavia.

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Un fisico francese, Guy Ropars, dell’Università di Rennes, ha realizzato un piccolo apparecchio, una scatoletta, chiusa da due piccole tavole di legno, una delle quali, forata, lascia passare un raggio di luce. Fra le due tavolette è collocata la calcite e la luce, passando attraverso la “pietra del Sole”, si divide in due raggi che proiettano due deboli macchioline di luce.

Spostando a caso la scatola c’è solo una posizione in cui le due macchioline si equivalgono in brillantezza: ed è così che si capisce dove è posizionato il Sole. Orientarsi, poi, diventa(va) facile e, di conseguenza, raggiungere il “Nuovo Mondo”.

Con l'aiuto di calcoli teorici molto sofisticati rinforzati da una lunga serie di test effettuati con i loro colleghi canadesi e americani, i ricercatori hanno concluso che "la direzione del Sole può essere facilmente determinata grazie ad una semplice osservazione basata sulla differenziazione tra le due immagini "prodotte dallo spato d’ Islanda.

Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica Proceedings della Royal Society A, riporta che "Può essere raggiunta una precisione di soli pochi gradi, anche in condizioni di luce crepuscolare”.Anche senza alcuna conoscenza scientifica sulla polarizzazione, i vichinghi hanno potuto facilmente osservare le proprietà di questo cristallo e usarlo per trovare il Sole a colpo sicuro.


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