Prima Nibiru in Antartide, dopo la notizia di qualche settimana fa riguado il "mirabolante ritrovamento" di una gigantesca piramide sul fondo del Triangolo delle Bermuda, rivelatosi una bufala, ora è il turno di un'immagine proveniente dal Polo Sud a destare la curiosità degli appassionati di misteri e anomalie. Fra le cime tempestose del Antartide, vi sono piramidi sepolte?

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Ultimamente, tra i blogger, si fa un gran parlare di piramidi, ma molto raramente si analizza seriamente questi ritrovamenti.

Dopo la standing ovation della piramide sul fondo del mar dei Caraibi, questa volta è il turno di è un' immagine scattata tra i ghiacci del Polo Sud che, secondo l'interpretazione di alcuni, mostrerebbe quelle che sembrano due o forse tre piramidi allineate l'una a fianco all'altra.

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Secondo i soliti la fotografia in questione sarebbe la prova lampante del fatto che sotto la spessa coltre di ghiaccio Antartica si nasconderebbero delle piramidi. Si tratta di montagne dalla forma particolare, più che di vere e proprie montagne possiamo parlare di "cime" in quanto sono le uniche visibili parti prive di ghiaccio.

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Ma se nella foto di prima erano le "vette" erano prive di ghiaccio, come mai qui sono completamente coperte e in riva al mare?

Sono state formulate fantasiose ipotesi, alcuni ritengono che configurazione è simile a quella che si trova nella Piana di Giza, altri sostengono cecamente la teoria di Barberio, secondo la quale Atlantide si troverebbe sotto i ghiacci del Polo Sud.

Lasciando da parte teorie e ipotesi ancora tutte da verificare, analizziamo in maniera critica questo "presunto" ritrovamento.

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Qui invece da tre "Piramidi" si passa ad una rivolta nell'entroterra

Le montagne e non "oggetti" come molti li definiscono, sono ricoperte quasi totalmente da uno spesso strato di ghiaccio e neve, è impossibile stabilire se si tratti di montagne squadrate ma sopratutto simmetriche, oppure di vere e proprie "Piramidi".

Erosione ritardata

In geologia il termine orogènesi indica il processo di formazione di un qualsiasi rilievo.

Nel linguaggio geologico invece, il termine si riferisce alla formazione degli orogeni, derivanti da masse rocciose, che hanno subito una deformazione tettonica per prevalenza di spinte laterali, arrivando quindi ad "impilarsi" creando una catena montuosa.

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Un esempio di erosione

Mentre l'erosione è quel fenomeno ambientale che ha come effetto il raggiungimento di un equilibrio del profilo terrestre attraverso l'asportazione graduale di suolo o roccia ad opera di agenti atmosferici quali vento, acqua o ghiaccio o per effetto di movimenti gravitativi o di organismi viventi (bioerosione).

L'erosione si configura dunque come un fenomeno esogeno, antagonista rispetto alle forze costruttive di natura endogena (orogenesi), provvedendo allo smantellamento del rilievo terrestre e colmando con il materiale clastico prodotto le bassure e le depressioni in modo da livellare le differenze di quota. Esso è dunque un processo prevalentemente naturale cioè fisiologico del sistema terrestre, sebbene in alcuni casi possa essere anche causato o favorito dall'azione maldestra dell'uomo, a latitudini polari questo fenomeno è quasi impercettibile, le bassissime temperature rallentano in maniera sostanziale questi livellamenti.

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 Vista notevole sul Bianco ghiacciaio gran Paradiso

In glaciologia invece un ghiacciaio è una grande massa di ghiaccio delle regioni montane e polari, appartenente alle formazioni nevose perenni, formatasi dalle nevi sotto l'azione del gelo e scorrente lentissimamente verso il basso a causa della gravità, condizioni estreme come queste, impediscono all'erosione di avere un ruolo importante negli spianamenti, favorendo invece la conservazione originale dei sistemi montuosi, anche se l'azione dagli agenti atmosferici è pressoché perenne, gli spessi strati glaciali proteggono da milleni queste impervie terre.

Il clima variabile

Senza dubbio l'uomo ha fatto ma sopra fa la sua parte, l'effetto serra è la causa principale dello scioglimento delle calotte polari, che sia anche un fenomeno naturale poco importa, le massicce emissioni di agenti inquinanti nell'atmosfera ha senza dubbio accellarato rapidamente questo fenomeno.

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Altra immagine diversa attribuita alle piramidi

I ghiacci si sciolgono quindi gli strati glaciali che ricoprono i poli si disperdono, favorendo così l'azione erosiva degli agenti atmosferici, influenzando il rapido mutamento esogeno a queste latitudini.

E' bene sapere che i poli non sono sempre stati ricoperti da ghiaccio, secondo alcuni studi di climatologia hanno confermato che l'Antartide era completamente libera dai ghiacci e godeva di un clima particolarmente mite, queste condizioni climatiche vanno però ricollocate in periodi molto più remoti di quanto possiamo immaginare ( all'incirca 16.000 anni fa).

Consideriamo alcuni punti:

1) La scienza ufficiale non esclude che in passato l'Antartide possa essere stato un luogo dal clima temperato. Secondo uno studio pubblicato su Nature, di cui dà conto il sito web della Bbc, circa 53 milioni di anni fa sulle coste dell'Antartide cresceva una rigogliosa vegetazione tipicamente tropicale. A provarlo sono i resti di pollini e spore recuperati dagli autori della ricerca nel corso di trivellazioni sul posto.

Lo studio indica anche che in quell'epoca geologica in Antartide le temperature superavano i 10 gradi, mentre in estate potevano raggiungere i 25 gradi. Il motivo di tale innalzamento delle temperature non è stato ancora del tutto identificato, probabilmente si è trattato di un'azione congiunta di vari fattori, innescata da potenti eruzioni vulcaniche e dalla diversa circolazione delle correnti oceaniche.

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La teoria dello Slittamento Polare è l'ipotesi secondo la quale gli assi di rotazione di un pianeta non sono sempre stati nella stessa posizione di quella attuale o che non vi rimarranno in futuro; in altre parole che i poli fisici di un pianeta si sono, o saranno, spostati. Questo fenomeno è quasi sempre legata al contesto della Terra, ma anche altri corpi del Sistema Solare potrebbero aver avuto esperienze di una riorientazione assiale durante la loro esistenza.

Gli effetti di uno slittamento influiscono sui principali cambiamenti climatici della maggior parte della Terra, come aree che prima formavano la zona equatoriale possono divenire più miti, e aree che prima avevano un clima più temperato possono invece divenire regioni o più equatoriali o più artiche.

2) Secondo uno studio dei ricercatori della scuola politecnica federale di Losanna pubblicato sulla rivista "Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology", l'ultima era glaciale si sarebbe conclusa circa 14.500 anni fa. Lo studio rivela che l’Europa si sarebbe riscaldata di 5 gradi centigradi e che lo scioglimento dei ghiacciai avrebbe liberato in atmosfera ossido di azoto, accelerando a sua volta il processo. I ricercatori affermano che la maggior parte della sostanza sarebbe stata sprigionata dalle piante che cominciavano a prosperare proprio nelle aree appena riscaldate.

Uno slittamento polare avvenuto 14.500 anni fa, avrebbe potuto spedire l'Antartico nell'attuale posizione polare, generando un repentino congelamento di tutto ciò che vi era sopra? L'unica cosa certa è che questa transizione è avvenuta in coincidenza di una delle solite crisi inspiegate, tanto grave da costituire lo spartiacque fra due ere geologiche, il Pleistocene e l'Olocene.

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L'era pleistocenica giunge al suo termine, segnato da un imponente risveglio dell'attività vulcanica, da terremoti spaventosi, testimoniati dal crollo delle volte nella maggior parte delle caverne del mondo, e da immani alluvioni, che travolsero milioni di animali. In tutto il mondo ci sono testimonianze di ecatombi agghiaccianti. 

Come è possibile che si verifichi uno slittamento polare?

- un asteroide o una cometa velocissimi che colpiscono la Terra con un tale angolo di impatto che la litosfera si muove indipendentemente dal mantello terrestre;

- un asteroide o una cometa velocissimi che colpiscono la Terra con un angolo di impatto in grado di spostare gli assi dell'intero pianeta;

- un oggetto celeste di magnetismo insolito che passa sufficientemente vicino alla Terra da riorientare temporaneamente il campo magnetico (non pensate a Nibiru), che allora trascina la litosfera verso un nuovo asse di rotazione. Eventualmente il campo magnetico del sole ridetermina di nuovo quello originario della Terra, una volta che il corpo celeste ritorna a una distanza dalla quale non è più in grado di influenzare la Terra;

- una perturbazione della topografia dello strato di confine tra nucleo e mantello, forse indotta dalla diversa rotazione del nucleo e dallo slittamento del vettore di rotazione assiale, comanda la ridistribuzione della massa dello strato di confine;

- la ridistribuzione della massa nel mantello a causa di valanghe di mantello o altre deformazioni.

3) Un team internazionale di ricercatori composto da 18 membri ha scoperto nuove prove a supporto della teoria di un impatto extraterrestre avvenuto tra i 13 mila e i 14 mila anni fa. Le loro prove si basano su del materiale trovato in un sottile strato di roccia sedimentaria in Pennsylvania e Carolina del Sud negli Stati Uniti e in Siria. Questo materiale si distingue poiché al momento della sua creazione esso si può essere formato solo a temperature tra 1700 e 2200 gradi Celsius e come risultato dell'impatto di un corpo cosmico sulla Terra.

4) Un ulteriore studio dimostrerebbe che intorno a 13 mila anni fa, la Terra fu colpita da un intenso bombardamento di corpi celesti. Sulla superficie della Luna sono molto evidenti, mentre sulla Terra occorrono studi appropriati per portarli alla luce. Sono i crateri da impatto, segni evidenti della pioggia di oggetti provenienti dallo spazio.

Una fitta polvere di diamanti è stata ritrovata nei sedimenti presso sei diversi siti archeologici nordamericani. Le particelle di dimensioni nanoscopiche avrebbero avuto origine da uno sciame di comete o da piccoli asteroidi precipitati sulla Terra quasi tredicimila anni fa. In un impatto che forse portò i mammuth all'estinzione. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori guidati dall'archeologo Douglas Kennett dell’Università dell’Oregon, che ha pubblicato le proprie analisi su Science.

Che in passato l'Antartide possa essere stato privo di ghiaccio è più che plausibile, ma il binomio con le piramidi in questo caso è il classico esempio di Pareidolia.

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Nulladi misterioso quindi, in tutta la regione antartica infatti sono osservabili svariate conformazioni montuose simili a quelle indentificate nell piramidi, vi è anche una grande confusione legata alle immagini diffuse, sono una diversa dalle altre ! 

Le "misteriose strutture" non sono altro che picchi scampati all'azione erosiva, mantenedo così intatto nel corso del tempo la loro appuntita sommità.

 

Lasciamo comunque al lettore la libera interpretazione dell'documento


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